13-Palazzo Tinti poi Luzi (XVI sec.)

 

La nobile residenza venne edificata verso il XVI sec. dalla famiglia Tinti, che già possedeva un nobile palazzo a corte in via Salimbeni, venne disposta la facciata secondo l'andamento curvilineo della strada e venne definito il piano terra con un ampio loggiato.
Sopra il loggiato a faccia vista, costituito da quattro ampie arcate delimitate lateralmente da lesene a sostegno della fascia di trabeazione, poggia il primo livello di aperture.
Nel mezzo di dette lesene sono affissi anelli in ferro battuto ed un caratteristico torciere.
La partitura superiore che poggia sul loggiato è ornata da tre piani di finestre , quelle del piano nobile sono trabeate con peducci a voluta, quelle del secondo e terzo livello sono riquadrate in pietra, un grosso cornicione in pietra costituisce il marcadavanzale delle aperture del sottotetto, di particolare prestigio risulta il sotto gronda dello sporto, in struttura lignea decorato da motivi floreali scolpiti anch'essi sul legno.
All'interno del loggiato si aprono al centro due portali bugnati ai lati due finestre ad edicola con timpano.
Nell'atrio si vede lo scalone e i due leoni scolpiti da Venanzio Bigioli, mentre è conservata dell'angusta corte la vera del pozzo finemente incisa in pietra di travertino. Si conservano le belle sottostrutture voltate.

arch. Debora Bravi



Dal sito (www.marche.beniculturali.it)
Notizie storico-architettoniche: Palazzo Luzi, scalinata

Dalla fitta corrispondenza tra il nobile settempedano Nicola Luzi, marchese di Votalarca, e l’Aleandri, riguardante la realizzazione della nuova scala del palazzo di San Severino, emerge il contributo dell’architetto alla definizione dell’opera, avviata intorno al 1858 e conclusasi solo entro l’anno successivo, a causa dei molti affari che impegnavano il professionista a Macerata. Lo schema della scala presenta caratteristiche simili a quella per l’attiguo palazzo Franchi Servanzi: due rampe contrapposte dotate di elegante ringhiera metallica e pozzo centrale, le cui terminazioni sono definite da una raffinatissima sagomatura curva del gradino, ripresa dall’andamento analogo dell’elegante corrimano.