Teilhard de Chardin e la teoria generale dell' Evoluzione




  Introduzione
 

 

  "È giunto finalmente il momento di renderci conto che una interpretazione anche positivista dell’universo, per essere soddisfacente, deve comprendere l'interno oltre che l'esterno delle cose, - sia lo spirito che la materia. La vera fisica è quella che riuscirà, un giorno o l'altro, ad integrare l'uomo totale in una rappresentazione coerente del mondo (TdC). "

E’ questa la sfida che Teilhard de Chardin lancia a se stesso e ad un mondo diviso tra materialisti ed idealisti e per affrontare questa sfida spenderà tutta la sua vita dedicata alla ricerca scientifica ed alla meditazione spirituale spesso in un ambiente ingiustificatamente ostile.

Il campo da lui scelto per affrontare questa sfida è il campo dell’evoluzione, non limitata all’evoluzione biologica nei termini espressi da Lamarck e Darwin ma intesa come fenomeno globale che ha inizio dalla materia inanimata per estendersi alla formazione del pensiero ed alla dimensione filosofico-teologica e proprio questa lettura unitaria dell’evoluzione che parte con la materia inanimata (previta) e termina con la noosfera ed il punto omega costituisce il suo contributo fondamentale ed innovativo che delinea un quadro affascinante per la semplicità della sua struttura fondamentale e per le profonde implicazioni di carattere etico e morale.

Il pensiero di Teilhard assume la sua forma definitiva negli anni a cavallo del primo quarto del XX secolo cioè proprio nel momento in cui vengono definiti i principi fondamentali della scienza contemporanea che spaziano dalla teoria della relatività alla meccanica quantistica: conquiste della conoscenza che, come è sempre accaduto nel corso della storia del genere umano, hanno cambiato non solo l’ambiente in cui viviamo ma anche la nostra mentalità ed il nostro modo di vedere sia fuori che dentro noi stessi.

Pur essendo un paleontologo ed un naturalista, egli respira a pieni polmoni questa atmosfera effervescente che segna profondamente tutta la sua opera portandolo ad assumere la teoria atomica , cioè la scoperta della struttura corpuscolare della materia, come paradigma fondamentale per l’interpretazione della realtà fisica che ci circonda.

Su questa base ed in una ottica di tipo evoluzionista il Teilhard naturalista costruisce la sua visione del passato che gli consente nel presente di superare la contrapposizione tra materia e spirito (cioè tra l’esterno e l’interno delle cose) e gli permette di proiettarsi nel futuro preconizzando la noosfera e la convergenza nel punto omega.

Sulla base delle sue scoperte scientifiche egli descrive il fenomeno dell’evoluzione come un continuo processo di complessificazione che a partire dagli elementi semplici come atomi e molecole porta alla costituzione di soggetti sempre più complessi che acquistano la loro peculiarità di individui (cioè soggetti non divisibili) grazie a processi di interazione che permettono l’emergenza di proprietà di insieme che non compaiono nei costituenti più semplici.

Questa legge naturale di “complessificazione” determina quella che egli chiama la “freccia dell’evoluzione” che è correlata con il manifestarsi nel corso della storia del nostro pianeta di strutture ed organismi sempre più complessi sia per quello che riguarda la materia inanimata che la materia vivente sino alla comparsa dell’uomo.

Viene così prefigurato il concetto di "emergenza” che sarà ampiamente sviluppato nelle seconda metà del XX secolo (1) e che egli descrive con la seguente frase: “Semplicemente addizionati o giustapposti, gli atomi non costituiscono ancora la materia.” (TdC)

Teilhard si esprime in questi termini per sottolineare il fatto che la mutua interazione tra gli atomi che costituiscono una molecola conferiscono ad essa delle caratteristiche che sono assenti negli elementi costituenti ed in altre molecole di diversa costituzione.

Una proprietà emergente è quindi una caratteristica che è originata dall’unione di elementi più semplici e che si colloca in termini intrinseci e qualitativi ad un livello più alto di quello in cui si trovano gli oggetti costituenti, e l’evoluzione è questo continuo passaggio da un livello inferiore ad un livello superiore attraverso veri e propri salti di qualità o passaggi di stato sovente caratterizzati da quelli che in fisica quantistica si chiamano effetti soglia e denominati da S.J.Gould con il nome di equilibri punteggiati.

Ma la sfida che Teilhard ha lanciato a se stesso ed al mondo intero va oltre il puro aspetto materiale e si ripropone di includere nella sua "fisica” l’uomo nella sua essenza integrale; questo processo di “complessificazione” che osserva nella materia inanimata e nella materia vivente sino alla comparsa dell’uomo viene quindi da lui assunto anche per quello che riguarda l’aspetto psichico e spirituale della natura umana che inserisce in un unico processo evolutivo che si estende sino ad una dimensione filosofica e religiosa.

In effetti egli parla costantemente di una legge di “complessità – coscienza” che costituisce il motore dell’evoluzione in cui queste due grandezze di diversa natura, ma strettamente correlate si sviluppano concordemente su di un substrato che egli definisce come “stoffa dell'universo" in cui materia e spirito sono visti come due aspetti diversi di una unica sostanza. Il fascino della teoria e del pensiero di Teilhard consiste proprio in questa consustanzialità tra due aspetti diversi di questa “stoffa dell’universo” che oltre 2500 anni di filosofia e 500 anni di scienza hanno trattato in maniera separata e spesso contrapposta.

Per salvaguardare la struttura unitaria costituita dall’insieme materia-spirito Teilhard postula in analogia con la struttura atomica della materia una struttura corpuscolare dello spirito , o della psiche, che obbedisce alle stesse leggi di aggregazione e di complessificazione osservate nel corso dell’evoluzione e che hanno portato alla comparsa dell’uomo .

In questo contesto integrato la legge di “complessità-coscienza” (2) opera attraverso due diversi tipi di energia complementari che sono in continuo accrescimento e cioè l’“energia tangenziale”, che è associata alle interazioni ed ai collegamenti dell’individuo con gli altri individui e con l’ambiente circostante assumendo quindi il significato tradizionale di energia determinato dalla scienza e dell’“energia radiale” che misura il grado di coscienza interno dell’individuo (la sua centreità) e agisce come elemento propulsore del nuovo individuo per l’interazione con l’ambiente circostante formando nuovi soggetti con sempre maggiore complessità.

Ma la scienza e la filosofia di fine ottocento e della prima metà del novecento non erano in grado di accettare una simile interpretazione che si poneva in apparente contrasto con i principi della termodinamica ( principio di degradazione dell’energia e dell’aumento dell’entropia per i processi spontanei) , con la teoria dell’evoluzione biologica di Darwin e prefigurava una visione filosofica e teologica di panpsichismo e di panteismo rispettivamente.

Teilhard stesso si rende conto dei punti deboli della sua trattazione ed insiste moltissimo sul fatto che egli non intende creare una nuova metafisica ma limitarsi all’osservazione del “fenomeno umano”; nei capitoli iniziali di questa sua opera afferma:

“Le considerazioni che seguono non hanno certo la pretesa di fornire una soluzione del tutto soddisfacente al problema dell’energia spirituale. Il loro scopo è semplicemente di mostrare, con un esempio, ciò che una scienza integrale della natura dovrebbe adottare come linea di ricerca e seguire come genere di spiegazione.” (TdC) Egli infatti era completamente immerso nell’atmosfera culturale del suo tempo e non aveva gli strumenti teorici e sperimentali adatti a controbattere le accuse che gli venivano rivolte: accuse tuttavia che non sono tali da compromettere la validità della sua visione evolutiva.

Anche nell’opera di Teilhard quindi, come spesso accade anche nelle teorie scientifiche più esaurienti e nelle maggiori opere d’arte ci sono dei punti oscuri e delle zone d’ombra che rendono a volta difficile la lettura dei particolari pur non compromettendone la veduta d’insieme ed il potere espressivo.

L’onere di interpretare ed illuminare queste ombre è lasciato in genere alle generazioni seguenti che sulla base delle nuove scoperte e delle nuove acquisizioni dovranno valutare se esse siano inquadrabili nella prospettiva generale o se siano tali da inficiare la validità della stessa teoria o dell’opera d’arte

Il presente articolo si prefigge due scopi principali e cioè il primo consiste nel fornire, con l’applicazione delle più moderne acquisizioni scientifiche sviluppatesi nella seconda metà del secolo scorso, un supporto teorico alle intuizioni ed alle assunzioni, opportunamente riformulate, che Teilhard de Chardin ha posto alla base della sua teoria evoluzionistica .

Il secondo è quello di dimostrare che il dualismo cartesiano che Teilhard aveva trasferito dal mondo macroscopico al mondo microscopico non è più necessario per giustificare la sua teoria evoluzionistica, risparmiandogli quindi quelle accuse di panpsichismo e panteismo che hanno contribuito così grandemente ad offuscare la sua immagine.

Il superamento di questo dualismo ontologico è possibile attraverso un approfondimento ed una riformulazione del concetto di emergenza che è strettamente collegata con il fenomeno della condensazione e della complessificazione sia a livello chimico-fisico che a livello biologico dando origine a veri e propri fenomeni apparentemente antientropici (che vanno dal meno al più come comprovato sperimentalmente nel campo della fisica quantistica e dell’ottica non lineare) e che si manifestano al livello umano come vera e propria emersione dello spirito dalla materia.

Tratteremo quindi la legge di “complessità-coscienza” e quindi il problema della “energia radiale” e della “energia tangenziale” introdotte da Teilhard in due sezioni separate nella prima delle quali parleremo di condensazione, complessificazione ed emergenza per quello che riguarda i fenomeni chimico-fisici e biologici, introducendo il concetto di individuo (individualizzazione) e di libertà e gradi di libertà in termini fisico-matematici, mentre nella seconda parte prenderemo in considerazione il concetto di coscienza dal punto di vista antropologico correlato con i concetti di libertà e di individuo che emergono dalla trattazione chimico-fisica e biologica.