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Nelle pagine precedenti abbiamo esaminato l’aspetto fisico dell’evoluzione generale ed abbiamo mostrato come il
processo di condensazione e di complessificazione sia strettamente collegato con il fenomeno dell’emergenza di nuove
proprietà negli aggregati formatisi attraverso le interazioni delle varie componenti che li costituiscono, abbiamo scelto per
essi il termine individuo “ cioè indivisibile” proprio per mettere in evidenza che le nuove proprietà che caratterizzano i
nuovi soggetti rivestono una connotazione di tipo ontologico e che una eventuale suddivisione comporta la perdita
dell’identità stessa del nuovo soggetto.
Un altro aspetto che caratterizza questi nuovi individui, e che è conseguenza del processo di complessificazione, è
l’aumento di diversificazione degli stessi e l’aumento dei gradi di libertà, cioè degli stati a cui essi possono accedere ad
una determinata temperatura.
Ma la sfida lanciata da Teilhard e che noi abbiamo raccolto va oltre questo aspetto materiale, seppur di notevole valore ed
interesse, per estendersi ad inglobare nel processo evolutivo la persona umana nella sua interezza, fisica e spirituale.
Teilhard ha cercato di risolvere questo problema postulando una natura corpuscolare dello spirito che sottoposto alle
stesse leggi evolutive della materia porta alla formazione della coscienza negli esseri umani.
Egli in un certo qual modo ha trasferito il dualismo cartesiano a livello atomico-molecolare per delineare una fisica dell’interno della cose , legata
all’energia radiale ed un fisica dell’esterno delle cose legata alla energia tangenziale.
La meccanica quantistica ci da una definizione di energia interna che è diversa ma non in contrasto con quella espressa da
Teilhard; se infatti sostituiamo in termine “centreità” con cui Teilhard definisce il grado di psichismo delle cose, con il
termine “ individualità” che abbiamo utilizzato per esprimere il grado di complessità e di libertà conseguente al processo
evolutivo, vediamo che non esiste nessuna contraddizione tra le intuizioni di Teilhard ed i risultati della meccanica
quantistica.
Ma rinunciando alla teoria corpuscolare della coscienza ed alla energia radiale nei termini espressi da
Teilhard , per risolvere il problema dovremmo essere in grado di individuare nel quadro sopra descritto l’origine della
coscienza e della natura metafisica della persona umana.
a) Il sistema nervoso
Procedendo con il metodo cartesiano-galileiano a cui abbiamo accennato in precedenza, quando trattiamo con organismi
superiori, cioè piante ed animali, dobbiamo utilizzare dei parametri e dei sistemi di riferimento adatti ad affrontare la
problematica in esame nel contesto in cui essa si manifesta.
Il parametro individuato da Teilhard per misurare il grado di complessificazione e quindi il livello evolutivo negli esseri
viventi e negli animali superiori è il sistema neuronale e le dimensioni cerebrali.
Non occorre fare appello a nessuna particolare teoria per rendersi conto che le capacità individuali e funzionali di un
essere vivente sono strettamente correlate con lo sviluppo del suo sistema nervoso.
In questo quadro quindi l’uomo , che ha il maggiore rapporto tra volume cerebrale e peso corporeo di tutti gli esseri
viventi, si trova all’apice del processo evolutivo in atto nel nostro pianeta, risulta quindi del tutto naturale associare la
presenza della coscienza ( e quindi dell’anima) con quella che è la sua caratteristica specifica e peculiare, cioè la massa e
la struttura del suo sistema nervoso centrale, cioè il cervello.
In realtà vedremo che quando parliamo di cervello non dobbiamo limitarci a considerare esclusivamente la massa
cerebrale ma anche l’insieme delle funzioni da esso sottese compresi gli organi stessi che compiono tali funzioni, cioè in
pratica dobbiamo considerare l’uomo nella sua interezza; pur tuttavia l’indice di cerebralizzazione costituisce un
elemento sufficiente per una valutazione qualitativa e quantitativa delle funzionalità degli organismi superiori.
All’interno di ciascun corpo vivente, il sistema nervoso costituisce l’elemento di maggiore complessità sia in termini di
funzionalità che in termini di organizzazione. Al sistema nervoso è devoluto sia il compito di coordinamento di tutti i
processi vitali interni che quello di gestione delle interazioni dell’individuo con i soggetti esterni attraverso gli organi
sensoriali. Non è un caso infatti che dei cinque sensi che caratterizzano il corpo umano, quattro siano localizzati sulla testa,
cioè a stretto contatto con la massa cerebrale che costituisce l’unità centrale di controllo di tutti gli animali superiori.
Anche in questo caso quindi l’unione e la specializzazione delle cellule neuronali danno luogo a quel processo di
complessificazione che è la base fondamentale per l’emergenza di nuove proprietà e per il processo evolutivo.
Nella trattazione della sua teoria corpuscolare della coscienza Teilhard de Chardin è stato costretto ad introdurre il
concetto di coscienza riflessa per giustificare il salto ontologico relativo alla comparsa dell’essere umano, ma una
acquisizione più ampia del concetto di emergenza che si esprime non solo in termini fenomenologici ma anche ontologici
relativi soprattutto ai fenomeni di soglia ed agli effetti non lineari, rende non necessaria sia la specificazione di riflessione
che l’ipotesi corpuscolare della coscienza.
Possiamo infatti attribuire la comparsa della coscienza e del pensiero nell’essere umano come l’effetto del superamento di
un livello soglia della complessità cerebrale che ha dato luogo ad un vero e proprio salto ontologico. Infatti l’enorme
aumento dello sviluppo cerebrale, con il concomitante aumento della funzionalità e della specificità degli organi collegati,
ha reso possibile un surplus di capacità del sistema nervoso che non si limita più a gestire i processi biologici e vegetativi
dell’essere vivente, ma consente una vera e propria attività creativa del pensiero che è in grado di acquisire, elaborare e
trasmettere nuove e sempre maggiori conoscenze.
La denominazione di homo sapiens sapiens riflette il vero significato di questo salto ontologico che caratterizza l’essere
umano sulla base della cultura, che pur esprimendosi attraverso supporti di natura materiale, ha tuttavia una natura
esclusivamente spirituale e metafisica e che è la base su cui si sta sviluppando la noosfera.
b) Memoria, pensiero e conoscenza
Abbiamo detto che il segreto della trasmissione della vita è racchiuso nella memoria chimica che ciascun individuo
trasmette alla sua prole. La fase di sviluppo delle nuove generazione segue infatti un cammino in gran parte determinato
dalla sequenza di un numero estremamente limitato di basi puriniche e pirimidiniche (quattro) che raggruppate in unità
più o meno lunghe, chiamate geni, codificano i progressi di sintesi proteica, di accrescimento e proliferazione cellulare.
In qualsiasi specie vegetale od animale questo codice genetico determina la struttura e la funzione di qualsiasi parte del
corpo, compreso il tessuto cerebrale, predisposto a coordinare e dirigere i processi vitali.
Ma in tutti gli esseri viventi, a partire dai vegetali sino agli animali superiori ed al genere umano, vi è un altro tipo di processo che è altrettanto
fondamentale per la vita e cioè l’interazione con l’ambiente ed il processo di apprendimento.
Anche questo tipo di processo deve necessariamente basarsi su di una memoria di tipo chimico, cioè legata a delle
trasformazioni a carattere permanente che in qualche modo codificano gli input sensoriali a livello della corteccia
cerebrale e che costituisce il data base su cui elaborare le risposte ed i comportamenti dell’organismo.
Come dimostrato dagli esperiementi di Kandel (5) questo tipo di codifica è di natura sostanzialmente proteica cioè legata
alla sintesi di strutture proteiche sulla membrana esterna di cellule neuronali in corrispondenza di contatti sinaptici che
trasducono i segnali provenienti dagli organi sensoriali.
La realtà esterna viene in qualche modo analizzata, codificata e trascritta sul tessuto cerebrale in termini di
rappresentazioni elementari, che noi abbiamo chiamato irriducibili (6): il salto ontologico osservato nella natura umana è
collegato con il fatto che il nostro cervello è in grado di utilizzare la memoria chimica per costruire nuove
rappresentazioni della realtà cioè è in grado di pensare e quindi di conoscere.
La cultura, che di fatto costituisce la memoria esterna di questo processo, in cui il pensiero dell’uomo è espresso tramite la
parola parlata o scritta o tramite le opere d’arte e le opere materiali, è il prodotto di questo processo che è di natura
essenzialmente spirituale e che accompagna la nostra civiltà sin dalla sua nascita.
c) Noosfera e cultura
Naturalmente al termine cultura assegniamo un significato ampio che comprende qualsiasi aspetto dell’attività umana che
è frutto del pensiero e viene trasmesso agli individui vicini e lontani sia spazialmente che temporalmente.
Questa caratteristica è la capacità degli esseri umani di accedere alla conoscenza non solo attraverso le proprie esperienze
sensoriali ma anche attraverso la cultura, cioè la conoscenza acquisita da altri individui, determina una connotazione di
natura metafisica a questo particolare aspetto della natura umana che vede nell’individuo l’elemento generatore del
pensiero ma nello stesso tempo vede nella comunità della conoscenza ( noosfera) l’ambiente ed il soggetto di questa
nuova dimensione dell’umanità.
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