L'opera piu' importante lasciata a Serrapetrona da Lorenzo d'Alessandro e' il Polittico fatto fare
dai frati per raccontare alla gente con incantevoli immagini, la nascita e la morte di Gesu'. |
SERRAPETRONA: Chiesa Santa Maria delle Grazie |
CORRIDONIA: Pinacoteca parrocchiale |
MATELICA: Ospedale E. Mattei |
MATELICA: Museo Piersanti |
PERGOLA: Oratorio dell’Ascensione al Palazzolo |
PETRIOLO: Chiesa dei SS Martino e Marco |
POLLENZA: Chiesa dei SS Antonio e Francesco |
SARNANO: Chiesa di Santa Maria di Piazza Alta |
SAN GINESIO: Monastero di Santa Chiara |
SAN SEVERINO MARCHE: |
S.SEVERINO M. |
S.SEVERINO M. |
S.SEVERINO M. |
S.SEVERINO M. |
S.SEVERINO M. |
S.SEVERINO M. |
San Severino Marche, Madonna in trono col Bambino (Pinacoteca Civica);
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S.SEVERINO M. |
S.SEVERINO M.: Pinacoteca civica |
S. SEVERINO M. |
TREIA: Accademia Georgica |
URBINO: Galleria Nazionale delle Marche |
URBINO: Galleria Nazionale delle Marche |
VIDEO |
National Gallery of London |
Museo Galleria Nazionale delle Marche di Urbino (concesso in comodato quinquennale dalla fondazione Boris Christoff ) |
NOTIZIE BIOGRAFICHE
I natali di Lorenzo d'Alessandro, contemporaneo di Pietro Perugino, del
Pinturicchio, di Luca Signorelli, si datano al 1445. Il padre Alessandro di Francione, appartenente all'antichissima
famiglia sanseverinate dei Tenta, era un benestante fabbro residente nel quartiere di Santa Maria che, quando il figlio
raggiunse l'etaì adolescenziale, decise di introdurlo nella bottega di Bartolomeo di Antonio detto Frignisco, orafo, autore
di un solo affresco nella chiesetta di Via Nuova a Sanseverino. |
CENNI SULLA VITA Quanto ci è pervenuto sulla vita del
maestro severinese, ci consente di ricostruire abbastanza agevolmente il profilo biografico e di sapere chi fosse Lorenzo
d'Alessandro, nella sua veste di artista e di cittadino. |
La mostra in corso a San
Severino Marche ("I pittori del Rinascimento a
Sanseverino", aperta fino al 5 novembre) ha recuperato
dalloblio la figura di Lorenzo dAlessandro, artista
attivo nella seconda metà del XV secolo, del quale ricorre
questanno il cinquecentenario della morte.
Linteresse degli storici dellarte per lopera
del pittore è relativamente recente e risale agli anni Sessanta
e Settanta del Novecento, quando Federico Zeri, Pietro Zampetti e
Antonio Paolucci, con contributi per lo più frammentari, hanno
messo in luce il pregio della sua arte. Oggi grazie ai
trentennali studi di Raoul Paciaroni (confluiti nel volume
"Lorenzo dAlessandro detto il Severinate. Memorie e
documenti", Federico Motta Editore), allanalisi
dellopera si è affiancata quella della personalità e del
contesto dappartenenza. Il libro di Paciaroni, se
affiancato al catalogo dellesposizione, offre materiale
sufficiente per ricostruire la figura di quello che Bernard
Berenson nel 1913 definì il miglior artista conosciuto
nelle Marche dopo Gentile [da Fabriano].
Il catalogo di Lorenzo dAlessandro consta di una quarantina
di opere tra tavole e affreschi. Solo quattro sono le tavole
datate e firmate. Il lavoro degli storici dellarte negli
ultimi trentanni ha stabilito autografia e cronologia delle
altre. Certo è che numerose sono state le perdite: senza contare
le distruzioni e i danneggiamenti degli edifici sacri causati da
terremoti. Irrimediabili sono state le sparizioni causate dalle
soppressioni delle corporazioni religiose in età napoleonica e
post-unitaria. Ad esse si aggiungano i furti avvenuti tra la fine
dellOttocento e gli inizi del Novecento.
Oltre che nella Pinacoteca Civica di Sanseverino, è possibile
apprezzare qualche bella creazione di Lorenzo in altri luoghi
delle Marche.
Diamo qui di seguito tre indicazioni.
A Sarnano, nella chiesa di Santa Maria di Piazza Alta, è
possibile ammirare il grande tabernacolo affrescato dal maestro
nel 1483. Esso presenta al centro la Madonna in trono con il
Bambino e angeli musicanti, ai lati, entro eleganti esedre, il
Battista, San Martino, San Sebastiano e San Rocco e, in alto,
entro gli spazi del timpano, il Cristo benedicente, la Vergine e
larcangelo Gabriele. Lideazione della nitida
partitura architettonica allinterno del nicchione
costituisce uno dei vertici raggiunti dallintelligenza del
pittore e uno degli apici del Rinascimento nelle Marche.
A Urbino (Galleria Nazionale delle Marche) è custodita la
bella tavola del Battesimo di Cristo, opera della maturità. In
essa emergono i contatti dellartista con i pittori di area
umbra e appenninica (nel paesaggio), ladesione alla visione
prospettica rinascimentale, leredità del mondo tardogotico
(nel movimento dei panneggi accartocciati e in certi effetti
cromatici propri dei Salimbeni), lascendente crivellesco
(negli insistenti grafismi delle muscolature e dei volti).
A Serrapetrona, nella chiesa di San Francesco, brilla per
accecante cromatismo la Madonna con Bambino e Santi, polittico
realizzato da Lorenzo nel 1496. Inserite dentro un fastoso
corredo ligneo, opera di Domenico Indivini, le tavole, dominate
dal fondo oro e disposte su due livelli, denunciano il debito nei
confronti di Crivelli e Alunno, nonché un addolcimento verso
modi tardogotici.
RINASCIMENTO MARCHIGIANO
IN MOSTRA
di Ilaria Sgarbozza
A due anni di distanza dalla
mostra dedicata ai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni,
principali esponenti della corrente tardogotica internazionale e
cortese, la città di San Severino celebra lattività di
Lorenzo dAlessandro e Ludovico Urbani, artisti locali,
protagonisti del Rinascimento in area adriatica.
Lesposizione, curata da Vittorio Sgarbi, presenta
complessivamente una cinquantina di opere che documentano il
grado di diffusione nelle Marche della cultura cortese e la
successiva sovrapposizione ad essa delle conquiste prospettiche e
naturalistiche di ambito toscano e veneto. Accanto ai dipinti di
dAlessandro e Urbani sono stati così chiamati a raccolta
anche quelli di pittori forestieri operanti sul territorio, il
folignate Niccolò Alunno, il veneto Vittore Crivelli, fratello
del più noto Carlo, e il Pinturicchio.
A margine della mostra, ospitata nelle sale del restaurato
Palazzo Servanzi Confidati, gli organizzatori hanno ideato un
itinerario attraverso il centro storico della città (visita alla
locale Pinacoteca Civica P. Tacchi Venturi) e nel
territorio extraurbano, nelle chiese solitarie delle colline
circostanti. Numerosi affreschi sono stati restaurati per
loccasione, rivelandosi sorprendenti scoperte per gli
specialisti del settore.
Nellepoca in cui è documentata lattività dei due
astri locali, a partire cioè dal 1460, a San Severino non si era
spenta leco suscitata dallimpresa cortese
dei Salimbeni nelloratorio di San Giovanni ad Urbino (1416)
ed era pure fresco il passaggio in città di Gentile da Fabriano,
autore degli affreschi (perduti) del Duomo vecchio. Il piccolo
centro, sede della signoria degli Smeducci, non era però
estraneo al fermento culturale, pienamente rinascimentale,
proveniente dalla stessa Urbino, da vari centri umbri e da
Venezia.
Educati in città allinterno di modeste botteghe artigiane,
Ludovico Urbani, noto per leccentricità dei costumi e per
il temperamento violento, e Lorenzo dAlessandro, più
giovane di dieci anni, superato il predominio dei Salimbeni,
guardarono alle stesse fonti, in particolare alla maniera di
Carlo Crivelli (i cui polittici raggiunsero, già intorno al
1470, le Marche) e alla pittura di Niccolò Alunno. I due
approdarono ad esiti differenti. Se il primo manifestò la sua
predilezione incondizionata per lo stile del maestro veneto,
esasperando la tensione lineare e limpeto espressionistico,
il secondo addolcì e mitigò le asprezze crivelliane per
addentrarsi prima nella pittura di Piero della Francesca e poi in
quella dei seguaci Benozzo Gozzoli, Perugino e Pinturicchio. La
visione pittorica di Ludovico sfociò in uno stile secco e assai
incisivo; quella di Lorenzo in un morbido e discreto naturalismo.
Entrambe rappresentano il massimo esito della cultura figurativa
marchigiana alla vigilia dellarrivo a Pesaro della
meravigliosa Pala dellIncoronazione della Vergine di
Giovanni Bellini (1470 circa), che supera definitivamente la
cultura precedente e apre al Rinascimento maturo.
Una coppia di opere in mostra può facilitare la comprensione dei
due differenti temperamenti. In "Madonna con il
Bambino" e "SantAntonio Abate e San Nicola da
Tolentino" Ludovico adotta un disegno incisivo di marca
spiccatamente crivellesca cosicché permane lesasperazione
formale e la caricatura dei volti tipica della produzione
dellartista veneto. Egli accoglie, nellimpostazione
generale del quadro, i dettami del trionfante classicismo di
marca padano-veneta ma non sa scrollarsi di dosso (basta guardare
quel bel prato fiorito) la lezione cortese di Gentile
da Fabriano. Nella contemporanea "Madonna in trono con
Bambino tra San Giovanni Battista e San Severo vescovo" (San
Severino Marche, Pinacoteca Civica P. Tacchi Venturi)
Lorenzo adotta un linguaggio più gentile, meno espressivo forse
ma carico di devoto sentimentalismo. Un brano di virtuosistico
naturalismo di marca crivellesca si coglie nel profilo del
Battista mentre limmagine sgargiante del San Severo vescovo
ci riporta, seppure alla lontana, agli esemplari offerti da Beato
Angelico e Benozzo Gozzoli nelle loro opere umbre.
In mancanza di un grande centro in grado di fungere da punto di
riferimento per i movimenti culturali e figurativi
dellarea, gli altri artisti operanti nel territorio
sanseverinate si mossero su indirizzi plurimi, adottando chi un
gergo classicheggiante di matrice toscana (è il caso di Nobile
da Lucca), chi un linguaggio di marca spiccatamente veneta (si
vedano le opere di Vittore Crivelli). Alla fine del XV secolo il
trionfo della pittura sentimentale di Perugino comportò un
generale appiattimento sui modi del classicismo umbro. La bella
Madonna col Bambino, due angeli e il donatore di Pinturicchio
(San Severino, Pinacoteca Civica P. Tacchi Venturi")
apre alla successiva affermazione del linguaggio raffaellesco,
che tutto cancella e supera.
"I Pittori del Rinascimento a Sanseverino"
San Severino Marche
Palazzo Servanzi Confidati
Fino al 5 novembre 2001
Orario: 9.30-12.30 e 15.30-19 (lunedì chiuso)
Biglietto: 10000 Lire; ridotto 7000 Lire
Per informazioni: tel. 0733.638414
LA MOSTRA
(San Severino Marche dal 29 luglio al 9 settembre 2001 Palazzo Servanzi Confidati - Pinacoteca Civica "P.Tacchi Venturi"
Dopo la mostra dedicata ai fratelli Jacopo e Lorenzo Salimbeni e
alla civilta' tardogotica (1999), San Severino e il suo
territorio celebrano la fioritura artistica rinascimentale che
prese le mosse da quel filone cortese grazie ai nuovi apporti
culturali che contribuiscono ad aggiornare l'arte settempedana in
sintonia con un nuovo sentire e una nuova visione del mondo. In
virtu' di una favorevole congiuntura economica e politica, nella
seconda metà del XV secolo giunsero nelle chiese piu'
rappresentative di San Severino i preziosi polittici di Niccolo'
Alunno e di Vittore Crivelli destinati a catturare l'attenzione
dei devoti con il fasto dei loro impianti e con l'affascinante
espressione dei personaggi rappresentati. A quei modelli
guardarono con ammirazione i pittori locali la cui attivita',
sostenuta da un'egregia perizia tecnica, assume ben presto i
caratteri di una vera e propria scuola pittorica i cui riflessi
hanno contagiato i centri vicini coinvolgendoli in un rapporto
artistico che la mostra si propone di ricostruire.
Ludovico Urbani, "crivelliano indipendente" (Longhi),
apre questa stagione artistica con le sue tipiche immagini di
santi intrise di misticismo, inclini ad esibire una preziosita'
levigata esaltata dagli eleganti grafismi che definiscono
plasticamente le immagini. Lorenzo d'Alessandro segna nuovi
traguardi nella pittura settempedana grazie all'eclettismo con
cui rielabora entro schemi personalissimi motivi crivelleschi,
piu' addolcite cadenze alunnesche e assunti camerti.
Disperse nell'Ottocento in seguito alle requisizioni napoleoniche
e alle successive vicende legate all'unità d'Italia, le tavole
di Ludovico Urbani e di Lorenzo d'Alessandro tornano dunque a San
Severino ricomponendo l'immagine di una citta' che e' stata la
culla di importanti fenomeni artistici.
L'esposizione si proietta poi nel territorio coinvolgendo anche i
centri di Sarnano, Gagliole e Serrapetrona in un itinerario che
consente di valutare il ruolo di capitale artistica svolta da San
Severino, esteso fino al pesarese dove, a Pergola si ammirano gli
affreschi dell'Oratorio dell'Assunzione o 'Palazzolo'.
In un paesaggio che ancora conserva gli incanti del passato, le
opere dei pittori del Rinascimento riscoprono dunque la
possibilità di dialogare con l'ambiente che le vide nascere,
recuperando così per intero il loro valore di testimoni di una
civilta' figurativa variamente declinata, ma che si esprime con
una sola lingua in tutto il territorio italiano.
ITINERARI
A San Severino la sede principale della mostra e'
nell'antico Palazzo Servanzi Confidati dove sono esposte
preziose tavole, splendidi polittici e rari affreschi di Lorenzo
d'Alessandro, Ludovico Urbani e degli artisti che operarono nello
stesso ambito culturale e geografico. L'itinerario comprende, con
un breve percorso attraverso il centro storico, la Pinacoteca
Civica "P. Tacchi Venturi", nel
quattrocentesco palazzo Manuzzini, prezioso scrigno dove sono
conservate, accanto ai capolavori dei Salimbeni, le opere di
Niccolo' Alunno, di Vittore Crivelli e del Pinturicchio.
Il percorso prosegue alla scoperta di affreschi straordinari e
sconosciuti, oggi riportati al primitivo splendore grazie a
questa iniziativa, nel territorio extraurbano, nelle chiese
solitarie delle colline circostanti:
Lorenzo, ad un passo da GentileA San Severino Marche una mostra, curata da Paolucci, Sgarbi e del Poggetto, conduce alla scoperta di un artista che le cronache ci descrivono di indole buona e pacata e che Bernard Berenson definì il più grande pittore delle Marche dopo Gentile da Fabriano - La recente individuazione della vera data di morte - il 1501 - ha offerto lo spunto per celebrarne alla grande il cinquecentesimo anniversario - Uno stile autonomo, nato dalla reinterpretazione dei modelli suggeriti da Crivelli e Niccolò Alunno |
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di Giovanna Galli |