LUDOVICO LAZZARELLI (1447- 1500)
Lodovico Lazzarelli e una musa presentano il
1)
Ludovico Lazzarelli - di Ezio Salamone 2)
Ludovico Lazzarelli - di Guido Arbizzoni
manoscritto Fasti christianae religionis a
Ferdinando I di Napoli. (Beinecke MS 391, f.6v)
da Wikipedia
Ludovico Lazzarelli (San Severino Marche, 4 febbraio 1447 – San Severino Marche, 23 giugno 1500) è stato un poeta e filosofo italiano, degli inizi del Rinascimento.
Il documento più importante per ricostruire la vita di Lazzarelli è Vita Lodovici Lazzarelli Septempedani poetae laureati per Philippum fratrem
ad Angelum Colotium scritto dal fratello Filippo subito dopo la morte di Ludovico, e indirizzato all’umanista Angelo Colocci.
Nato a San Severino Marche, nell'odierna provincia di Macerata, Ludovico Lazzarelli fu educato e visse a Campli, in Abruzzo,
dove frequentò la biblioteca del Convento di San Bernardino da Siena, che egli cita nella sua opera i “Fasti Christianae Religionis”,
un lungo poema di ispirazione cristiana.
All’età di 13 anni Ludovico ricevette da Alessandro Sforza, signore di Pesaro, un premio per un poema da lui scritto sulla battaglia di
San Flaviano del 1460.
Egli ebbe contatti con i più importanti studiosi dell’epoca e fu seguace dell’ermetismo, infatti tradusse Corpus Hermeticum,
con una versione che amplia i testi ermetici precedentemente tradotti da Marsilio Ficino
Fu autore di opere a carattere ermetico come il Crater Hermetis, in sintonia con il sincretismo religioso dei suoi tempi e
in anticipo sulla filosofia di Pico, con la fusione di Cabala e Cristianesimo, ma anche di poemetti a carattere allegorico
come l' Inno a Prometeo o didascalico-allegorici come il Bombyx.
De apparatu Patavini hastiludii (ed. a stampa Padova 1629);
De gentilium deorum imaginibus, dedicato prima a Borso d'Este, 1471 poi a Federico da Montefeltro
(edito a cura di W.J. O'Neal, Lewiston, NY, 1997);
Fasti Christianae religionis, con mss dedicati al pontefice Sisto IV, 1480, poi al re di Napoli Ferdinando I d'Aragona
e infine al re di Francia Carlo VIII (edito a cura di M. Bertolini, Napoli 1991);
Epistola Enoch (edita a cura di M. Brini, in Testi umanistici sull'ermetismo, Roma 1955, pp. 34-50;
la traduzione delle Diffinitiones Asclepii;
De bombyce (ed. a stampa a cura di G.F. Lancellotti, Aesii 1765);
Crater Hermetis edito in Pimander Mercurii Trismegisti liber de sapientia et potestate Dei. Asclepius eiusdem
Mercurii liber de voluntate divina. Item Crater Hermetis a Lazarelo Septempedano, Parisiis 1505;
Vademecum (edito a cura di M. Brini, in Testi umanistici sull'ermetismo, Roma 1955, pp. 75-77).
Un carme per la morte della duchessa d'Atri (conservato nel ms. 598 della Biblioteca del Seminario di Padova;
Carmen bucolicum (Biblioteca universitaria di Breslavia, Milich Collection, ms. VIII.18);
carmi di occasione (tra cui i versi che gli valsero l'incoronazione) (Biblioteca nazionale di Napoli, ms. V. E. 59);
epigrammi sullo Pseudo Dionigi l'Areopagita (Walters Art Gallery di Baltimora, ms. W.344).