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ALBERO GENEALOGICO
Cronologia della Signoria dei conti Salimbeni della Truschia in San Severino Marche (1306-1474)
( Smeduccio I Salimbeni – Bartolomeo <>
– Onofrio – Antonio –
Smeduccio Smeducci)
1306 Tommaso, primogenito di Gentile III di Rovellone vende a S.Severino Marche il castello
di Frontale ed il castello di Isola di S.Clemente.
1331 Smeduccio Salimbeni con il fratello Gabuzio osteggia i ghibellini di Fermo. Si pone alla difesa di Battesullo e di San Severino Marche. Per tale fatto il papa Giovanni XXII emette un breve a suo favore. In quest'anno, e nell'anno seguente, gli è affidata dai pontifici la custodia di alcuni castelli.
1339 Smeduccio è scacciato da San Severino Marche.
1342-43 L'imperatore Ludovico il Bavaro lo conferma nel vicariato di San Severino Marche. Nel periodo milita agli stipendi dello stato della Chiesa.
1346 (23 Luglio) Smeduccio di Nunzio di Rinaldo è nominato castellano di Apiro; si fa cedere dal comune i diritti da esso detenuti sul castello di Ficano (Poggio San Vicino). Ne acquista la rocca dalla moglie di Corrado Ottoni e dalla sorella Giovanna.
1348 Smeduccio perde San Severino Marche ad opera dei Malatesta
1351 Smeduccio appoggia l’arcivescovo di Milano Giovanni Visconti contro i guelfi, dietro la promessa di essere ristabilito nella signoria di San Severino Marche.
1352 Acquista il castello di Montacuto (Potenza Picena) da Lippo da San Severino. A metà luglio, inoltre, gli sono concessi particolari privilegi dal cardinale legato Egidio Albornoz.
1354 Si riappacifica con i Malatesta; con costoro combatte le truppe del cardinale Albornoz. Capisce che gli eventi della guerra volgono a favore degli avversari e spedisce in segreto a Todi, dove sta il legato, alcuni messaggeri: si sottomette, pertanto, ai pontifici, consegna loro Montecchio (Treia) ed abbandona gli alleati.
Il cardinale assolve il comune di San Severino Marche per la sua ribellione avvenuta sotto il pontificato di Innocenzo VI.
1357 Smeduccio deve battersi nei pressi di San Severino Marche con Anichino di Baumgarten che minaccia la città.
1359 Febb. Scorre nei territori di S.Severino Marche la compagnia di Anichino di Baumgarten e del conte Lando. Riconosce ai venturieri 4000 fiorini e dà loro in ostaggio un figlio
1359-66 Smeduccio ha il dominio di Apiro e di Domo in cambio di 1000 rubbie di grano e di 2000 fiorini dati in prestito al legato. A queste signorie, aggiunge quella di Crino, posto sulle falde del monte San Vicino, che acquista nel 1360 da Nicoluccio di Rovellone e del castello di Rotorscio (fine agosto 1365), che comprerà per 4500 fiorini dal cardinale Albornoz, il quale lo ha confiscato ad Andreuccio di Rovellone. Nel 1362 è investito dalla cancelleria pontificia delle rocche di Ficano (Poggio San Vicino) e di Potenza Picena, di cui può ricostruire, rispettivamente, castello e rocca.
1366 Smeduccio ospita a San Severino Marche alcuni uomini di lettere.
1367 Riceve in San Severino Marche il papa Urbano V. Gli è affidata dal pontefice la custodia della città per dieci anni.
1370 Smeduccio insieme al figlio Bartolomeo ottiene dal papa la riconferma del vicariato di San Severino Marche per dieci anni, dietro un censo annuo di 3000 fiorini, da ridursi a 2000 in caso di cessazione delle taglie imposte alle varie città marchigiane dallo stato della Chiesa.
1372 Maggio Muore Smeduccio a fine mese. E’ sepolto nella cattedrale di San Severino Marche.
1375 Dic. Bartolomeo è condotto dai fiorentini con 30 lance, 50 fanti e 10 balestrieri. Fa ribellare Cingoli, ne espugna
il cassero e contribuisce a farne nominare signori i Cima. Con la vittoria insegue le milizie ecclesiastiche e le obbliga a lasciare il territorio. Per rivalsa il pontefice lo spoglia di Apiro e di altre terre che sono unite al contado di Fabriano.
1376 Feb Aderisce alla lega fiorentina contro la Chiesa nella guerra degli Otto Santi.
1376 Proscritto dai pontifici, si trasferisce a Firenze con i suoi famigliari ( da origine alla famiglia Bartolommei) e la sua compagnia di uomini d'arme. Firenze gli da la cittadinanza.
1378 Al termine del conflitto degli Otto Santi si riappacifica con i pontifici e riacquista Apiro e le altre terre che gli sono state confiscate in precedenza.
1379 Gen. Il papa Urbano VI gli concede il vicariato dell'abbazia di val di Castro. Bartolomeo viene, inoltre, riconfermato nel vicariato di San Severino Marche(comprendente i castelli di Apiro, Staffolo, Domo e Castelletta). per dieci anni con i nipoti Onofrio (figlio del fratello Nicola) e Pietro( figlio del fratello Stefano).
1379 Febb. Clemente VII cerca invano di trarlo alla sua causa. Urbano VI delega alcuni ecclesiastici ad assolvere Bartolomeo Smeducci ed i suoi famigliari dalle censure in cui è incorso; gli conferma, inoltre, per dieci anni il vicariato di San Severino Marche, Apiro, Domo, Ficano, Rotorscio, cui sono aggiunti Carpignano, Montesanto (Potenza Picena), Castelletto e Staffolo, da lui occupati durante la guerra. Non passa molto tempo che restituisce Staffolo ai Cima. Ha in dono Montadamo dagli ascolani: anni dopo (1383) rivenderà il castello agli stessi per 1000 fiorini.
1381 Febb. Con l’aiuto di Rodolfo da Varano e del nipote Onofrio (figlio del fratello Nicola) cattura un altro nipote, Pietro (figlio del fratello Stefano), che con i figli ha depredato il territorio vicino a San Severino Marche.
1386 Estate Esce da Firenze, giunge a Bologna e si porta immediatamente nei suoi possedimenti per una lite occorsa fra il figlio Smeduccio ed i nipoti Onofrio e Roberto (fratelli gtra di loro e figli di Nicola) che, con l’aiuto di Boldrino da Panicale, si sono impossessati della signoria della città.
1387 Cerca di recuperare la signoria di San Severino Marche. Si avvicina alla città; ne esce Boldrino da Panicale; Bartolomeo Smeducci lo sconfigge infliggendogli la perdita di 100 uomini e rientra in San Severino Marche come signore.
1388 Gen. Bartolomeo Smeducci è tradito dal suo più fedele amico che, corrotto dal nipote Onofrio, fa entrare in San Severino Marche il congiunto e Boldrino da Panicale. Avvisato del tradimento, imprigiona Antonio da San Severino, figlio di Onofrio, Smeduccio e Giovanni Smeducci, figli di Roberto che fa rinchiudere nella rocca di Truschia ed in quella di Bisaccia; sfuggono viceversa alla cattura Onofrio e Roberto Smeducci che riescono a sollevare il popolo. Si difende per qualche tempo finché è costretto alla resa. E’ imprigionato in una delle fortezze con il figlio Smeduccio; i figli naturali Biagio e Marcuccio (con 2 nipoti figli di Smeduccio), sono rinchiusi nel castello di Isola.
1388 Apr. E’ liberato ad aprile su pressione dei fiorentini, del papa Urbano VI, degli Ottoni, dei Cima, dei Chiavelli e dello stesso Boldrino di Panicale. Si riconcilia solennemente a Matelica con i congiunti; deve obbligarsi a vivere in tale città, a rinunciare ad ogni pretesa su San Severino Marche, a vendere ai nipoti tutte le case e le terre che possiede in tale territorio, a cedere loro il palazzo e la fortezza di Civitella, le rocche di Truschia e di Bisaccia e molti altri possedimenti, dietro un compenso di 20000 fiorini. Boldrino da Panicale sembra salvarlo da maggiori danni attraverso l’acquisto fittizio (mediante un atto stipulato il giorno precedente) di Ficano (Poggio San Vicino) e di Apiro per 10000 fiorini. Il Panicale non gli vuole cedere le due località. All'atto della transazione, che avviene in Matelica, sono presenti anche Guido Chiavelli, Guido di Matelica e Pagnone Cima, alleati del Panicale.
1390 Feb. Riprende il conflitto, assale invano San Severino Marche e recupera la sola Apiro. Si
frappongono i perugini ed è raggiunto un nuovo accordo.
1393 Mar. Onofrio subisce qualche molestia dal fratello Roberto, che viene aiutato dal rettore pontificio della Marca. E’ invitato a comparire davanti al papa Bonifacio IX per giustificare l’occupazione di terre ecclesiastiche. Sempre nel mese è compreso nell' accordo generale di pacificazione che, in un recente conflitto, ha visto contrapposti Andrea Tomacelli, Ascoli Piceno, Recanati, Macerata, Osimo e Montecchio (Treia) con Ancona, Fermo e Gentile da Varano. Nell'accordo sono pure compresi i congiunti Bartolomeo e Smeduccio Smeducci.
1393 Nov. Onofrio Stipula la pace con lo stato della Chiesa. Il papa Bonifacio IX lo riconferma per dieci anni nel vicariato di San Severino Marche e gli riduce il censo a 400 fiorini l’anno.
1396 Mag. Onofrio A metà mese il nuovo papa Innocenzo VII lo riconferma per cinque anni nel vicariato di San Severino Marche; determina le sue obbligazioni verso la camera apostolica in 500 fiorini l’anno.
1406 Set. Onofrio Viene riconfermato nel vicariato di San Severino Marche per altri cinque anni.
1408 Feb. Braccio di Montone toglie ad Onofrio Apiro per avervi fatto riparare le truppe di Martino da Faenza; respinge, viceversa,con il figlioAntonio un attacco del condottiero perugino a San Severino Marche. Per allontanarlo, gli deve consegnare una grossa somma di denaro.
1413 Onofrio Muore. Sposa Francesca Simonetti.
1413 Antonio Succede al padre nella signoria di San Severino Marche. E’ in guerra con i da Varano che pretendono la cessione dei castelli di Gagliole e Bisaccia, soggetti nticamente alla sovranità di Camerino; gli sono conquistati Carpignano e Schito. Respinge gli avversari con la forza e si impossessa a sua volta di alcuni castelli dei rivali.
1416 Lug. I fratelli Gentile Pandolfo e Berardo da Varano si impadroniscono a sue spese di Antonio del castello di Carpignano, dato alle fiamme.
1416 Ago. Ad Antonio sono all’improvviso addosso Braccio di Montone, divenuto signore di Perugia, e Berardo da Varano; vedendosi impotente a resistere cede dopo due giorni, riconosce al primo una forte taglia ed al secondo il possesso della rocca di Gagliole.
1420 Giu. Scopre in San Severino Marche una congiura ai suoi danni. Ad Ottobre dello stesso anno vi è in San Severino Marche una nuova congiura ordita da Antonio Colucci, che mette in pericolo la sua signoria: fatto probabilmente prigioniero, gli si ribella anche Apiro. Nonostante tutto supera ogni difficoltà e spegne con il sangue i ribelli. E’ sempre più odiato nei suoi possedimenti. A fine mese è fatto arrestare dal legato della Marca: a novembre, Memmo da Siena, commissario del legato, prende possesso di Apiro per conto dei pontifici. Viene rilasciato e rientra a San Severino Marche.
1423 Antonio Mantiene il vicariato di San Severino Marche dietro il censo annuo di 400 fiorini.
1424 Antonio Sottomette il castello di Cingoli ed riconquista Apiro , scaccia il podestà e mette al suo posto Bartolomeo da San Severino.
1426 Giu. Antonio viene attaccato dal rettore della Marca Pietro Colonna. Assediato in San Severino Marche, dopo quindici giorni si ribellano alla sua autorità i soldati posti a guardia del torrione della porta di Santa Maria. Dopo qualche giorno Jacopo Caldora entra nella città per la porta del Mercato e gli abitanti gli consegnano Antonio da San Severino in catene con i figli: sono messi a sacco il suo palazzo ed i suoi beni. E’ incarcerato ed incatenato con i suoi famigliari prima nella rocca di Ascoli Piceno e, successivamente, in quella di Narni.
1427 Ott. Antonio viene liberato con i congiunti dalla prigione della rocca di Narni, prende la strada dell’ esilio in povertà. Chiede ospitalità ai veneziani e prende domicilio a Padova. La moglie Marsabilia Trinci si ritira a Foligno ove prende l'abito del terz'ordine francescano.
1430 Antonio muore a Padova. Sposa Antonia Colonna.
1431 Apr. Il consiglio generale di San Severino Marche vieta ad ogni abitante del centro di avere qualsiasi tipo di rapporto con gli Smeducci. E' posta sulla testa di Smeduccio, figlio di Antonio e su quella del fratello Onofrio una taglia di 200 ducati ciascuno per chi li catturi e li consegni vivi alle autorità. Il premio si dimezza per chi, al contrario, li consegnasse morti.
1434 Smeduccio Smeducci di Antonio, avuti alcuni soccorsi dai da Varano e dai Trinci mette insieme un piccolo esercito, corre su San Severino Marche e vi entra per trattato, perché alcuni suoi seguaci gli fanno trovare aperta la saracinesca della porta di San Francesco. Occupa subito la chiesa ed il vicino convento; si dirige nella piazza del Comune per impadronirsi della torre civica. Le attese per una sollevazione popolare a suo favore rimangono deluse; gli abitanti assediano Smeduccio Smeducci nel convento dei francescani, demoliscono un muro dell'orto e danno fuoco ad una casa adiacente che ostacola l'accesso allo stesso convento. Riesce a fuggire a stento in mezzo all'incendio; sul terreno vi sono 3 morti e diversi feriti; altri sono catturati. Ristabilito l'ordine, 11 persone, tra fuoriusciti ed abitanti suoi fautori, sono impiccati nella piazza del Mercato. I colpevoli, prima di essere giustiziati, sono legati alla coda di un asino e trascinati per le vie che conducono al luogo del supplizio.
1443 Ago.Ott. Smeduccio entra solennemente in San Severino Marche a fianco del re di Napoli Alfonso d’Aragona. Gli è offerta la signoria della città: inizialmente rifiuta per non turbare le trattative che il fratello Onofrio sta conducendo a Roma con il papa Eugenio IV. Ad ottobre recupera il castello di Gagliole ai danni di Pietro Brunoro.
1444 Feb. Mag. Il papa rinnova a Smeduccio il vicariato di San Severino Marche; si reca a Roma per prestargli il giuramento di fedeltà. A maggio rientra nella città come signore: gli sono restituiti tutti i beni ed i castelli che possedeva prima dell'esilio.
1444 Ago. Smeduccio è scacciato da Francesco Sforza da San Severino Marche dopo tre giorni di assedio. Si rifugia sui monti e conduce una sorta di guerriglia contro gli avversari.
1444 Ott. Con la pace il papa riconosce a Francesco Sforza la signoria di San Severino Marche; a Smeduccio Smeducci rimane solo quella di Ficano (Poggio San Vicino) che gli viene ceduta dallo stato della Chiesa.
1445 Sett. Con altri fuoriusciti Smeduccio invade il territorio di San Severino Marche e si impadronisce dei castelli di Frontale, di Elcito e di Aliforni. Gli muove contro, alla testa di milizie pontificie, il patriarca Ludovico Scarampo. Smeduccio Smeducci prosegue nella sua azione, espugna e mette a sacco Serralta e si accinge ad attaccare il capoluogo che, nel frattempo, si è ribellato a Francesco Sforza per darsi allo stato della Chiesa. E’ dichiarato ribelle ed è posta sul suo capo una taglia di 1000 fiorini; si rafforza nei castelli di Frontale e di Elcito.
1447 Smeduccio, allettato dal cardinale Scarampo, si decide a venire ad un accordo con i pontifici. E’ invece arrestato: condotto prigioniero a Roma viene messo in catene. Sarà incarcerato per diversi anni in Castel Sant’ Angelo. Liberato, trova ospitalità a Camerino, presso i da Varano.
1474 Mag. Smeduccio Smeducci di Antonio muore a Camerino. Sposa Antonia da Varano, figlia di Gentile.
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