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Nato a Frontale nel 1770, allora nel territorio comunale di San Severino, Venanzio Bigioli aveva presto dato prova
di talento nella lavorazione del legno nella bottega settempedana del padre. Grazie allo zio sacerdote filippino
Giovanni Battista ebbe la possibilità di affinare la sua arte in due soggiorni a Roma e Venezia. Tornato a San Severino
trasformò l’attività paterna in un laboratorio di prima importanza nella produzione di ornati lignei intagliati,
dipinti e dorati, che ebbe commissioni da moltissime città dello stato Pontificio e persino dalla Capitale. Venanzio
dette prova del proprio talento artistico anche nel campo della scultura lapidea e dell’avorio, nel disegno
dell’architettura e nella realizzazione di apparati effimeri per solenni festeggiamenti. A Loreto, fra l’altro,
intagliò una nuova iconostasi per l’interno della Santa Casa e realizzò una copia della Madonna in essa custodita,
a Senigallia decorò l’interno della Sinagoga, mentre a Roma ebbe modo di lavorare per le chiese generalizie dei Filippini
e dei Gesuiti e nella cappella del palazzo di città della famiglia Doria Pamphilj.
(http://www.arcidiocesicamerino.it/eventi-e-mostre-menu/485-progetto-venanzio-bigioli-1770-1854.html)
1)
Venanzio Bigioli di Gualberto Piangatelli (PDF)
FILIPPO BIGIOLI-Pittore (Sanseverino Marche 1798 - Roma 1878)
(Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968))
Avviato alla pratica del disegno dal padre, lo scultore in legno Venanzio, si trasferì nel 1819 a Roma per frequentare i corsi
dell'Accademia di San Luca.
Si perfezionò, in seguito, presso Jean Baptiste Wicar, influente allievo di David al tempo direttore dell'Accademia di Francia.
Mantenne sempre contatti con la sua città natale, realizzando dipinti di soggetto religioso per committenti locali
come i marchesi Luzi e il conte Severino Servanzi (La Beata Marchesina Luzi genuflessa innanzi la Vergine della Cintura con ai lati
santa Monica e sant'Agostino, 1834-1835, San Severino Marche, Cattedrale; La Concezione, sant'Agostino, san Severino e san Pacifico,
1840, San Severino Marche, Cattedrale).
A partire dal 1836 lavorò spesso al servizio del principe Alessandro Torlonia.
Intorno al 1836 partecipò alla decorazione del distrutto palazzo Torlonia in piazza Venezia realizzando,
tra l'altro, per l'alcova una serie di dipinti di piccolo formato di soggetto mitologico, oggi conservati presso il Museo di Roma;
decorò, in seguito, con motivi allegorici un ambiente della villa Torlonia fuori porta Pia e,
infine, nel 1850 eseguì un dipinto raffigurante Vittoria Colonna visita lo studio di Michelangelo, oggi disperso,
e ornò le stanze annesse al distrutto teatro Tordinona con Il Tempo che scopre la Verità e trionfa su tutte le cose umane.
Nel 1853 gli fu commissionato dalla Confraternita dei Pellegrini un ciclo di affreschi per la chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini.
Tra il 1858 e il 1860 lavorò nella cappella della Vergine e nella tribuna di san Luigi Gonzaga della chiesa di San Rocco.
Nel 1860 ottenne l'incarico di restaurare le Logge di Raffaello in Vaticano.
Collaborò con l'editore Romualdo Gentilucci, partecipando alle mai compiute Galleria Dantesca (1854) e Galleria Shakespeariana,
e realizzando Il perfetto leggendario (1841), La storia di Maria (1848), la via della Croce (1851), Invenzioni delle cento Sacre Famiglie.
Nel 1846 ottenne grande successo illustrando con altri artisti per i tipi Marchetti La Storia di Francia figurata.
Bibliografia: Filippo Bigioli e la cultura neoclassica-romantica fra le Marche e Roma, cat. mostra a cura di G. Piantoni,
San Severino Marche, Palazzo di Città, Roma, De Luca, 1998 (con bibliografia precedente).
(http://www.treccani.it/enciclopedia/filippo-bigioli_(Dizionario_Biografico)/)
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