Alessandro Luzio

Lo storico del rinascimento italiano

 

Alessandro Luzio fu uno dei più etinenti ricercatori e studiosi del nostro "Risorgimento". Nato a San Severino Marche il 25 settembre 1857 compì gli studi classici nel liceo di Macerata laureandosi,successivamente, presso l'università di Roma. Attorno al 1880 si trasferì a Mantova ove diresse, dal 1882 al 1893, il giornale locale "Gazzetta di Mantova". Nel contempo iniziò a fare ricerche sul periodo Rinascimentale e sulla Dinastia Gonzaghesca che, come ben sappiamo, per circa quattro secoli ebbe il dominio dello stato mantovano e, conseguentemente, si interessò anche alla storia locale. Fu pure attratto dalle vicende relative alla "Congiura di Mantova" dal 1851-1853 che portarono al patibolo ben undici patriotti italiani: "I martiri di Belfiore".

Egli ebbe modo di conoscere numerosi dei personaggi vissuti in quei tragici anni, testimoni diretti ed indiretti di quanto allora era avvenuto ed iniziò a raccogliere dati, elementi e notizie sull'argomento. Conobbe anche alcuni protagonisti di quelle vicende quali Domenico Fernelli, l'onorevole Giuseppe Finzi, il fratello del dott. Carlo Poma, il "cronista" Enrico Grassi, il bravo secondino Martino Germini, del quale in questo sito riportiamo un ricordo proprio del Luzio, ed altri ancora.

Dal 1893 al 1898 per motivi di carattere politico il Luzio dovette soggiornare a Vienna ove ebbe modo di ampliare le sue ricerche sulla storia del Risorgimento Italiano ed in particolare sui processi politici di Mantova e degli altri centri del Lombardo-Veneto consultando, ove gli fu possibile, gli archivi imperiali. Rientrato in Italia fu a Mantova Soprintendente del locale Archivio di Stato dal 1899 e potè proseguire nei suoi studi e ricerche proprio nel Castello di San Giorgio, non più carcere ma sede dell'archivio e del suo ufficio. Nel 1917 viene trasferito a Torino a dirigere quell'archivio, con lo stesso ruolo ricoperto a Mantova ed anche qui ebbe l'opportunità di esaminare materiale di prima mano. Dopo la grande guerra 1915-1918 tornò a Vienna con la delegazione ufficiale italiana per le trattative di pace che prevedevano,tra l'altro, la consegna da parte del governo austriaco di tutta la documentazione relativa ai processi politici celebrati nel Lombardo-Veneto sotto il dominio absburgico. Il Luzio fu appunto incaricato di individuare e prendere in consegna tale documentazione che, successivamente, fu depositata presso gli archivi statali di Mantova e delle altre città interessate ove è tutt'ora.

Raggiunto il pensionamento Alessandro Luzio tornò a Mantova ove abitò in via Cavour al numero civico 52, vi è ancora una lapide che lo ricorda, sino alla morte avvenuta nel 1946. Nella nostra città, nel quartiere di Valletta Valsecchi, vi è pure una via che porta il suo nome.

La sua vita, come abbiamo visto, fu interessata alla ricerca storica tranne una parentesi politica negli anni '80 del XIX secolo. Fu socio corrispondente di varie accademie anche straniere e fu membro effettivo dell'Accademia d'Italia, soppressa dopo la seconda guerra Mondiale, e dell'Accademia Nazionale Virgiliana. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni riguardanti la casata Gonzaghesca, in particolare su Isabella d'Este alla quale dedicò parte dei suoi scritti evidenziandone la figura di prima dama del Rinascimento. Ed anche scrisse sul di Lei marito, il marchese Francesco II specie per il suo comportamento onorevole e valoroso quale comandante in capo dell'esercito della lega degli stati italiani, alla battaglia di Fornovo sul Taro, il 6 luglio 1495. Ma la parte preponderante della sua produzione letteraria è dedicata al Risorgimento Italiano, ai suoi protagonisti e, soprattutto ai "Martiri di Belfiore".

Vannozzo Posio