Le argomentazioni che seguono in questo saggio traggono origine da quattro quesiti principali che si
impongono prepotentemente all'inizio di questo terzo millennio e che determinano un punto di snodo
fondamentale per il futuro dell'Umanità.
La giustificazione di questa affermazione che a prima vista potrebbe sembrare esorbitante trae origine
soprattutto dalla constatazione che i livelli attuali dello sviluppo scientifico sono tali da prefigurare un intervento
diretto non solo sulle condizioni di vita ma addirittura sulla natura stessa del genere umano.
La possibilità di utilizzare l'ingegneria genetica non solo per formare organi ed apparati sostitutivi nella
persona ma anche per procedere alla clonazione stessa degli individui apre nuovi scenari sul futuro dell'umanità che
necessitano di una notevole base di carattere culturale, filosofico, etico e sociale adeguata alle nuove scelte
impegnative che si presenteranno negli anni futuri.
Le domande fondamentali sono le seguenti :
a ) Esiste il trascendente e come si manifesta?
La prima questione che si pone per l'individuo del terzo millennio è se la trascendenza assume ancora un
significato in questa epoca supertecnologica o se debba soltanto considerarsi come un retaggio del passato.
In un mondo in cui il dominio della scienza sembra essere inarrestabile ed incontrastato, il richiamo al
soprannaturale sembra aver perso quel fascino misterioso che ha esercitato sull'uomo sino dai tempi ancestrali.
Ogni cosa sembra possibile tramite la scienza e la ragione, ma a questo senso di sicurezza che si propaga
all'interno degli addetti ai lavori corrisponde altresì un aumento del disorientamento e d’insicurezza in coloro che
si sentono esclusi o che si trovano al margine di questo processo d’espansione tecnologica e scientifica.
L'aumento di affiliati a sette e a religioni spiritistiche testimoniano questa accresciuta esigenza di
soprannaturale da parte di vari strati di popolazione che non partecipano attivamente alla costruzione del progresso
scientifico e che vivono lo stesso in termini più magici che razionali.
Nel contempo il concetto di trascendente e di soprannaturale elaborato sin dai tempi della filosofia greca e della
scolastica cristiana sembra del tutto inadeguato a soddisfare le esigenze dell'uomo moderno e a rispondere ai
grandi quesiti esistenziali che esso stesso si pone alla luce delle nuove conoscenze scientifiche e delle recenti
acquisizioni della ragione.
b) E' conciliabile la scienza con la filosofia?
Su questa linea si è consumata la frattura praticamente inconciliabile tra scienza e filosofia, i due mondi in
pratica vivono in maniera autonoma e si ignorano reciprocamente contribuendo a rinforzare quel senso di
disorientamento che inizia a diffondersi anche all'interno delle cosiddette classi colte in cui il filosofo si sente
completamente tagliato fuori da un mondo che è cresciuto al di fuori dei suoi sofismi mentre lo scienziato si sente
impreparato a governare la sua stessa creatura e ad indirizzarla verso un fine di benessere comune per il genere
umano e per il mondo in cui viviamo.
Per questa ragione questa netta divisione tra scienza e filosofia non è più sostenibile come d'altronde non è
sostenibile il predominio di una sull'altra.
c) La religione è ancora in grado di dare risposte convincenti?
D'altra parte non sembra che la risposta alla domanda esistenziale dell'uomo del XXI secolo possa essere
fornita esclusivamente dalla religione, o meglio dalle religioni. La ragione fondamentale risiede nella scarsa
elasticità della struttura dogmatica su cui la maggior parte delle religioni si basano.
Molte assunzioni e molti dogmi che potevano essere giustificati nei secoli scorsi sono al giorno d'oggi
difficilmente accettabili da parte di coloro che utilizzano il piano della ragione per accedere alla conoscenza del
trascendente.
La difesa ad oltranza di alcuni dogmi che trovano giustificazione solo nella pretesa sovrannaturalità
dei loro formulatori e che richiedono nella loro accettazione un esclusivo e frainteso atto di fede, rischia di
offuscare quelli che sono i principi fondamentali della religione.
Analogamente a quanto avvenuto per la filosofia quindi anche per la religione si prefigura quella netta
separazione con la scienza che ne limita la sua credibilità e la sua accettabilità da parte delle persone con un più
elevato senso critico.
Questa frattura tra scienza e religione non si verifica solo all'interno della società tra i vari individui ma si
inoltra all'interno dello stesso individuo che vive con estrema angoscia questa schizofrenia sino a giungere alla
sottomissione dell'una rispetto all'altra.
Questo crescente conflitto tra ragione e religione non si limita esclusivamente ad un problema esistenziale ma
ha anche delle profonde implicazioni di carattere etico, sociale e politico.
E' infatti accettato che una delle funzioni fondamentali delle religioni è quella di dettare delle regole di
comportamento sociale, etico e politico che riescono a guidare i singoli individui ed i vari popoli verso una regola
generale che permetta uno svolgimento pacifico della vita sulla terra.
Le religioni quindi hanno come compito
intrinseco quello di guidare le società verso una convivenza pacifica e verso uno sviluppo collettivo ed individuale.
Lo stesso laicismo rivendicato da molte forze politiche nella gestione della res-publica va inteso generalmente
come una richiesta di non interferenza delle gerarchie ecclesiastiche nella gestione del bene comune, ma
sicuramente non come una contrapposizione con i principi fondanti delle religioni stesse.
d) L'etica, la politica ed i comportamenti umani possono trovare fondamenti alternativi alla religione?
Agli inizi di questo millennio c'è da chiedersi se questo conflitto sempre più crescente tra scienza e religione
non possa comportare in futuro una perdita di punti di riferimento per l'etica, la politica e la sociologia od
addirittura per la scienza, tale da prefigurare una catastrofe umanitaria ed un ritorno ai tempi bui del medio evo con
la scomparsa dei punti fondanti delle società.
A questa domanda possiamo dare una risposta soltanto dopo una analisi approfondita dello sviluppo biologico,
sociale, scientifico e culturale che si è prodotto dai primi albori della vita sino ai nostri giorni.
Guardare indietro al nostro passato ed alla nostra storia con gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione, ci da
la possibilità di comprendere molti fenomeni che ci erano sinora preclusi e che saranno fondamentali per tracciare
una rotta che ci conduce verso il futuro.
Questa indagine retrospettiva inizia con una descrizione del metodo che si intende seguire in questa analisi.
La scelta del metodo di indagine è una tappa fondamentale non solo per il perseguimento dei risultati ma anche e
soprattutto per la loro convalida. Questo soprattutto perché la scelta del metodo implica la accettazione esplicita od
implicita di alcuni postulati che possono determinare la riuscita o la non riuscita dell'indagine, per questo la
cosciente analisi di questi postulati che spesso indicheremo come « condizioni al contorno» ci renderà possibile il
loro superamento nel momento in cui ci renderemo conto che essi sono limitanti per il raggiungimento dei nostri
scopi.
L'analisi quindi proseguirà con una descrizione delle attuali conoscenze sulla struttura biologica della natura
umana.
Questo passaggio ci sembra indispensabile per un reale superamento della dicotomia tra naturale e
soprannaturale che riflette il contrasto esistente tra scienza e filosofia o tra scienza e religione.
La natura biologica dell'essere umano è naturalmente collegata con la sua posizione all'interno della vita
terrestre e più in generale dell'universo, per cui la sua esistenza è strettamente determinata dalla sua correlazione
con il mondo esterno e con l'ambiente in cui vive.
A questo punto si inserisce l'analisi di un punto fondamentale che a tutt'oggi costituisce il fulcro fondamentale
che determina l'inconciliabilità tra scienza e religione per lo meno nei termini in cui queste due branche della
conoscenza umana sono state sino ad oggi sviluppate.
Questo punto è costituito dalla teoria dell'evoluzione che ha
raggiunto al giorno d'oggi delle evidenze tali da non poter essere messa in discussione.
Sulla base di queste premesse di carattere scientifico viene prospettata una nuova interpretazione sulla natura
della conoscenza e del pensiero che delinea un nuovo concetto di trascendenza.
Come conseguenza di questa nuova formulazione del significato del pensiero e della trascendenza si propone
una rinnovata analisi della storia del pensiero filosofico e religioso per reinterpretarlo secondo i nuovi schemi e
soprattutto per delineare una nuova linea etica, politica, sociale e religiosa che tende al superamento dei retaggi
ancestrali e all'apertura di una nuova fase nella vita dell'umanità.