1 L’evoluzionismo darwiniano e teilhardiano
Il problema della valutazione dei risvolti etici della teoria dell’evoluzione proposta da Darwin
si è posta al suo autore già nelle sue prime formulazioni.
La sua teoria dell’evoluzione, basata sui due noti postulati della variazione casuale dei caratteri
e della selezione naturale aveva rovesciato completamente la narrazione biblica della creazione
negando le origini nobili dell’essere umano creato da Dio a sua immagine e ricevendo molte
critiche dai suoi contemporanei, specialmente ecclesiastici.
Questo ribaltamento tuttavia
oltrepassava la sfera religiosa per coinvolgere direttamente l’ambito sociale e morale.
Una etica basata sui due postulati fondanti della teoria dell’evoluzione risulta chiaramente
devastante per la sopravvivenza di un armonico ordine sociale, come sarà dimostrato dal
darwinismo sociale e dagli avvenimenti del XX secolo.
Per poter salvare la struttura portante della sua teoria Darwin è costretto a fare una netta
distinzione tra due tipi di comportamenti che possono essere ascritti agli istinti animali ed agli
istinti sociali ; i primi dei quali rientrano nell’ambito biologico e quindi sono regolati dai processi
evolutivi, mentre i secondi, che determinano i comportamenti abituali vengono acquisiti con
l’esperienza e trasmessi alle successive generazioni e possono diventare ereditari come gli istinti
della prima specie ( lamarckismo di Darwin).
Anche in Darwin quindi si delineano due livelli sovrapposti in cui si sviluppa la natura umana,
e cioè un livello biologico-naturale, che come tale si sottrae a qualsiasi giudizio morale essendo
determinato dalle leggi del caso e della selezione naturale ed un livello sociale-culturale in cui
l’uomo, dotato di libero arbitrio e consapevole del vantaggio di vivere in società, esercita i suoi
giudizi morali ed adotta una etica adeguata a tale stile di vita.
Le implicazioni insite nella teoria darwiniana (1)
sono state devastanti per la società occidentale e
per il mondo intero come ha dimostrato la storia del XIX-XX secolo.
La dottrina del darwinismo sociale nata negli anni 1870-80 secondo la quale ogni comunità
funziona in base alle leggi naturali descritte da Darwin nella sua teoria dell’evoluzione e le sue
conseguenze di carattere socio-politico nell’esaltazione dell’imperialismo e del razzismo hanno
trovato attuazione nella ideologia nazifascista e nella politica eugenetica che è stata molto vicina
al successo definitivo ed alla soluzione finale.
L’europa e la società occidentale hanno sconfitto il nazismo ed operato una continua opera di
rimozione dall’immaginario attuale, ma non hanno compiuto sinora una indagine volta ad
individuare le cause di tale fenomeno che solo un incosciente e colpevole semplicismo può
attribuire all’opera di un gruppo più o meno grande di pazzi fanatici.
Naturalmente sarebbe del tutto stupido imputare a Darwin la responsabilità delle nefandezze
del nazismo ma è del tutto fondamentale scoprire su quale humus culturale è crescita quella
filosofia che era cosa ben diversa da una semplice pretesto per giustificare l’aggressività di un
individuo o di un popolo ed è finita per assurgere allo status di una vera e propria ideologia che si
proponeva una funzione messianica nei confronti dell’umanità.
Hitler nel raduno del partito
Nazional socialista a Norimberga nel 1933 proclamò :” la razza superiore sottomette la razza
inferiore … è un diritto che vediamo in natura e che può essere considerato come l’unico diritto
concepibile, poiché è fondato sulla scienza”.(2)
Se analizzati alla luce delle nuove conoscenze la teoria darwiniana mostra tutte le sue
limitazioni che rendono inaccettabili i suoi postulati soprattutto in relazione delle probabilità
statistiche legate alle permutazioni della struttura del DNA ed ai meccanismi chimico-fisici che
costituiscono delle vere e proprie barriere alla comparsa di nuovi caratteri, già a livello cellulare e
ben prima che possa agire la selezione naturale. (3)
Il carattere innovativo della teoria di Teilhard è collegato alla individuazione di una legge
universale che ha guidato l’evoluzione dalla nascita del nostro pianeta sino ai nostri giorni e che
egli indica come la freccia dell’evoluzione.
Questa legge naturale ha come elemento fondante non il caso e la selezione naturale ma
l’unione e la complessificazione, due fenomeni che egli osserva in tutti i campi delle scienze
naturali e che danno ragione della quasi totalità dei fenomeni osservati: legge naturale che trova
riscontro oggettivo nella chimica e nella fisica quantistica in cui il processo spontaneo di
unificazione, cioè la formazione di nuovi legami chimici, comporta una liberazione di energia ed
una configurazione più stabile della materia accompagnata da un numero maggiore di gradi di
libertà accessibili associati alla molteplicità degli elementi costituenti ed al minore distanziamento
dei livelli energetici.(4)
L’unione quindi determina l’aumento di complessità delle configurazioni ma allo stesso tempo
determina anche l’aumento di specificità di ciascuna configurazione, cioè l’aumento della
individualità (da indivuduus = indivisibile) dei singoli aggregati.
La dimensione umana quindi proviene dalla materia ma si estende nello spirito che la
caratterizza in questo suo viaggio verso la metafisica che, come dice la parola, non è in
contrapposizione con la fisica ma oltre la fisica.
Anche in questa dimensione immateriale, l’uomo non resta isolato in se stesso ma continua il
suo processo di aggregazione spirituale che lo porta a convergere insieme ai suoi simili verso il
punto Omega.
2 Il fattore umano nel futuro della terra (morale naturale)
La visione universale di Teilhard de Chardin è quindi diametralmente opposta a quella insita
nella dottrina darwiniana ed anche il problema della morale e dell’etica si risolve all’interno di
questa visione ottimistica dell’uomo.
Ad un mondo nato dal caso, quindi in un certo senso determinato dal fatalismo, e dominato
dalla lotta per la sopravvivenza si contrappone un mondo in cui la cooperazione e l’unione
costituiscono il vero motore per il progresso e per l’evoluzione della terra.
La morale e l’etica quindi sarà determinata dalla capacità che avrà l’uomo di individuare il suo posto nell’universo:
una etica quindi che non è contro natura ma secondo la natura.
Teilhard de Chardin è sicuro che l’umanità prima o poi acquisterà coscienza del proprio stato e
si comporterà di conseguenza ma il nostro compito è quello di accertarsi che ciò avvenga prima
che sia troppo tardi prima cioè di innescare dei meccanismi irreversibili che possano portare alla
estinzione del genere umano.
Una morale ed una etica che non individuano come scopo finale il bene comune, porteranno
inevitabilmente a conflitti in cui ciascuno si sentirà autorizzato a sopraffare gli altri per sentirsi
sicuro.
Sopraffazione che sempre più raramente assume l’aspetto di una gerra guerreggiata per celarsi
sotto le spoglie di competizione economica forse meno cruenta ma non meno letale per le
popolazioni del terzo e quarto mondo.
La visione universale di Teilhard ci dice che noi dobbiamo sostituire la cooperazione alla
competizione, perché solo essa rientra nei dettami del messaggio cristiano ed in una etica e morale
naturale necessaria per la salvezza del pianeta terra .
Conclusioni
Dopo oltre 50 anni dalla sua scomparsa, Teilhard de Chardin acquista uno spessore scientifico e
profetico sempre maggiore: i processi di complessificazione, la convergenza verso il punto omega
e la preconizzazione della noosfera trovano attuale riscontro nella globalizzazione delle risorse,
delle popolazioni e delle conoscenze.
Qualsiasi progetto che si proponga di affrontare seriamente le problematiche relative al futuro
del nostro pianeta e dell’umanità non potrà prescindere dai concetti fondamentali della sua opera
in campo scientifico, filosofico e teologico che nell’armonia della natura hanno scoperto l’origine
della materia e dello spirito unificati nell’atto creativo che si esprime attraverso il processo
evolutivo.
1 Giovanni Boniolo The Descent of Instinct and the Ascent of Ethics to be published in G. Boniolo, G. De Anna
(eds.), Evolutionary Ethics and Contemporary Biology, Cambridge University Press, Cambridge, forthcoming
- http://www.swif.it/forum-scuola/forum03-04/boniolo-testo.htm Questo saggio è tratto dal volume Il limite e il ribelle.
Etica, Naturalismo, Darwinismo pubblicato per Raffaello Cortina Editore (Milano, 2003) che si ringrazia per la
disponibilità
2 Jerry Bergman : Darwinism and the Nazi Race Holocaust 13 October 2005) First published in Creation Ex Nihilo
Technical Journal 13(2):101–111, 1999
3 Leonardo Angeloni : Teilhard de Chardin e la teoria generale dell’evoluzione in
http://www.teilhard.it/index_file/pagine/frame.html