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Nella prima sala s'impone un dipinto su tavola raffigurante la Madonna dell'Umiltà, firmato e datato 1366, opera del pittore fabrianese Allegretto Nuzi. Il fondo dorato , la monumentalità della figura della Vergine il manto stesso minuziosamente decorato a fiorellini rimandano alla cultura pittorica senese |
Nella stessa sala è custodito un polittico di Paolo Veneziano, testimonianza della pittura trecentesca veneta che conferma gli stretti rapporti tra la Serenissima e le Marche. |
Nella seconda sala si possono ammirare oggetti di oreficeria sacra, come un reliquiario di Jacopo Cavazza del
1326, un cofanetto eburneo del XIV secolo e antifonari del XIV e XV secolo. Si conservano
anche affreschi di scuola marchigiana della seconda metà del Trecento, provenienti dalla
distrutta chiesa di san Francesco, a conferma dell'elevato livello di produzione pittorica che
animava la vita artistica della San Severino del XIV secolo.
La terza sala è dedicata ai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino,
contemporanei di Gentile da Fabriano, da cui sono stati in parte influenzati. Essi hanno
rielaborato altre fonti della complessa cultura fiorita europea, operando una vera rivoluzione
linguistica nel mondo pittorico marchigiano dei primissimi anni del Quattrocento.
La quarta sala invece è arricchita dalle opere di
Lorenzo D'Alessandro, artista settempedano della
seconda metà del '400, cioè la
"Natività", la "Madonna col
bambino tra S.Giovanni Battista e S.Severino e la Pietà. |
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Nella quinta sala si può ammirare un Polittico dell'Alunno firmato e datato 1468, eseguito per il Duomo Vecchio. L'opera, completa di predella e cuspidi gotiche, rappresenta la Madonna con il bambino e santi. Il San Sebastiano, prima figura a destra, è una novità iconografica, un vero e proprio ritratto rinascimentale. |
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Della stessa scuola, la Madonna della Pace di Bernardino di Betto detto ill Pinturicchio, che raffigura la Madonna con il bambino in atto di benedire, ai lati due figure di angeli e in basso quella del committente Liberato Franchi Bartelli, priore della Collegiata di San Severino; nella cimasa e raffigurato l'Eterno |
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