Introduzione

Il felice recupero memoriale della personalità e dell'attività del sanseverinate Eustachio Divini con l'intitolazione dell'Istituto Tecnico Industriale della città natale al suo nome, diversamente dalla esaltazione, sia pure culturalmente valida di cui si nutriva, nel secolo scorso, il municipalistico orgoglio paesano [1], assume oggi un ampio significato sia per l'occasione che ne consente e ne prolunga, rendendolo abituale, l'uso ufficiale, burocratico, sia, e ancor più, per l'operazione con cui, coerentemente ad una opportuna tendenza attuale, si restituisce ad un minore la dignità di una presenza non inutile, anzi, si direbbe, dialetticamente necessaria nello svolgimento della ricerca scientifica e tecnologica nel vasto campo dell'indagine astronomica lungo la via aperta dalle scoperte e dal pensiero di Galileo Galilei.


[Ritratto di Eustachio Divini] Ritratto di Eustachio Divini - Palazzo Comunale - San Severino M. (Foto Serini)


La personalità di Eustachio Divini va colta non solo e non tanto nel suo appassionato impegno di "artifex" o nelle polemiche con cui fieramente difende l'alta qualità dei suoi telescopi e ne illustra le innovazioni apportate ed i risultati raggiunti, ma più ampiamente nella sua piena partecipazione al vivacissimo clima che caratterizza gli studi astronomici verso la metà del sec. XVII.

In questa direzione si muovono alcuni recenti contributi di studiosi italiani e stranieri operanti nell'ambito dell'Istituto di Storia della Scienza di Firenze che hanno indagato, alla luce di antichi e nuovi documenti, sul Divini, sull'ambiente in cui egli operò, sulla validità della sua presenza etc. In particolare va ricordato, per la qualità dell'informazione e dell'analisi, il Divini and Campani di Maria Luisa Righini Bonelli e di Alberto Van Helden [2] edito nel 1981, in cui gli autori, oltre a ricostruire ed a commentare, sulla scorta di documenti inediti rinvenuti nell'archivio Ginori Lisci di Firenze, la vicenda dei "paragoni" che vennero effettuati, vere e proprie gare con tanto di giuria, tra i cannocchiali del Divini e quelli del suo antagonista Campani, ripropongono nelle linee fondamentali la vita e l'attività dei due personaggi.