DIVINI E CAMPANI

Il primato nella costruzione dei cannocchiali rimase per diversi anni in Italia. Passò prima da Firenze a Napoli, con Francesco Fontana (c. 1590-1656), e poi da Napoli a Roma. Qui l'ottico Eustachio Divini (1610-1685) detenne una fama internazionale finché Giuseppe Campani (1635-1715) non pensò di strappargliela.
La rivalità fra Divini e Campani si tradusse in una contesa che coinvolse la fiorentina Accademia del Cimento (1657-1667). Per accertare a quale dei contendenti spettasse la qualifica di massimo ottico, il principe Leopoldo de' Medici (1617-1675) invitò i suoi accademici a dirimere la controversia con apposite esperienze. Gli accademici proposero di valutare le qualità dei cannocchiali di Divini e di Campani attraverso la lettura di testi collocati a distanza.
Nonostante gli indubbi meriti dei cannocchiali di Divini (nel 1660 gli accademici distinsero l'ombra di Saturno sul suo anello con uno di questi strumenti), i cannocchiali di Campani acquistarono rinomanza sul campo. Il bolognese Gian Domenico Cassini (1625-1712), chiamato a dirigere l'Osservatorio di Parigi, utilizzò con successo i cannocchiali di Campani per compiere una serie di nuove scoperte celesti.

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	Inv. 2553 V.29 Cannocchiale ottagonale 1664 Eustachio Divini, Roma Legno, cartone, carta fiorentina Lunghezza 2980 mm
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	Inv. 3449.2 V.7 Tubo per oculare composto 1665 Non firmato Cartone, carta fiorentina Lunghezza 280 mm, diametro 72 mm