Come sarà risultato chiaro al lettore, nonostante l'argomento, il linguaggio usato nella stesura del saggio è
tutt’altro che di tipo filosofico e mostra tutti i suoi limiti nella eleganza di esposizione e nella compiutezza delle
argomentazioni senza addentrarsi nella discussione delle varie teorie della filosofia della mente o dei fenomeni
emergenti che sono strettamente collegati con quanto esposto. Quanto esposto vuole essere soltanto un piccolo
contributo alla risoluzione dei problemi esistenziali visti non dalla parte del filosofo ma dalla parte di un
ricercatore di professione che si è dedicato e che si dedica all'indagine scientifica.
Dopo quanto abbiamo detto possiamo quindi provare a dare ( o forse meglio a proporre) delle risposte alle
quattro domande che ci siamo posti all'inizio di questo scritto e che qui riformuleremo nell'ordine:
a )Esiste il trascendente e come si manifesta?
Per più di 25 secoli il materialismo e l'idealismo sono vissuti in costante contrapposizione reciproca sostenuti
rispettivamente da coloro che manifestavano l'esigenza di riferirsi alle cose naturali, e quindi alla materia, e coloro
che sostenevano l’innegabile presenza delle idee e degli ideali che sono in grado di muovere gli esseri umani ed a
cui attribuivano una natura trascendente ed esterna alla materia stessa.
L'inconciliabilità derivava dal fatto che si riteneva impossibile un collegamento tra corpo e spirito a causa della
loro diversa natura; in realtà abbiamo visto che le idee ed il pensiero traggono origine dalla materia ed allo stesso
tempo che la materia può essere dominata dal pensiero pur restando le due cose di natura diversa.
Il trascendente quindi esiste senza presupporre, ma nello stesso tempo senza escludere, la presenza di un’entità
divina che sia l'origine sia del corpo che dello spirito.
b) E' conciliabile la scienza con la filosofia?
Nonostante l’innegabile tendenza di scienziati e di filosofi di spartirsi l'intero campo della conoscenza per
coltivarsi ciascuno il proprio orticello in santa pace è ormai indubbio che il muro di divisione che era stato
costruito all'interno del corpo umano e che separava il cervello dalla mente e dai sentimenti sta sgretolandosi
continuamente ed in poco tempo sarà del tutto scomparso.
La scienza e la filosofia quindi più che ignorarsi reciprocamente dovranno coordinarsi e collaborare per la
risoluzione dei problemi dell'umanità abbandonando ogni tentativo di supremazia e mettendo a frutto ciascuna le
esperienze e le conoscenza dell'altra.
c) La religione è ancora in grado di dare risposte convincenti?
Una delle caratteristiche fondamentali di ciascuna delle tre religioni monoteiste è quella di considerarsi come
verità rivelata e naturalmente come verità unica. Come abbiamo visto la base fondamentale di ciascuna religione
consiste essenzialmente nella interpretazione dei sacri testi, sia che si tratti del vecchio e del nuovo testamento sia
che si tratti del corano. Naturalmente con il passare dei secoli si è manifestata in maniera sempre crescente la
necessità di abbandonare un’interpretazione letterale delle scritture che risultava in manifesto contrasto con le
nuove scoperte scientifiche ( vedi il caso di Galileo Galilei ) a favore di un’interpretazione più dottrinale. Quindi
non tutto quello che è contenuto nei sacri testi è verità unica ed immutabile ma solo quello che si riferisce agli
aspetti fondanti della religione e della fede, si può anzi affermare che un’acquisizione integrale del contenuto dei
sacri testi, che poi è all’origine dei sempre ricorrenti fenomeni di integralismo religioso e politico, sia addirittura
contraria allo spirito stesso delle religioni che deve essere costantemente orientato verso la salvezza dell’umanità.
Anche nel campo della religione quindi la teoria evoluzionistica si rivela come strumento fondamentale per il
riconoscimento delle verità di fede attraverso l’individuazione di quei concetti che sono espressione della
evoluzione intellettuale e delle acquisizioni culturali e soggetti a continui mutamenti ed approfondimenti per poter
discernere in maniera più compiuta quelli che sono i valori fondanti della fede stessa.
La religione quindi ha la capacità di dare risposte convincente all’uomo del futuro solo nella misura in cui sarà
in grado di rinunciare progressivamente alla sua struttura dogmatica per coniugarsi in maniera sempre più stretta
con la ragione.
d) L'etica, la politica ed i comportamenti umani possono trovare fondamenti alternativi alla religione?
Per sgombrare il campo da possibili equivoci, con il termine religione, in questo contesto non intendiamo
riferirci ad un particolare credo ne tantomeno ad una particolare chiesa, ma intendiamo piuttosto come religione quell’insieme di valori, di tradizioni e di comportamenti che costituiscono la base fondamentale su cui ciascun
essere umano costruisce la sua vita ed il futuro dei suoi figli. In questo senso quindi anche coloro che si definiscono
atei od agnostici praticano un certo tipo di religione che si classifica in modo diverso da quella di coloro che si
definiscono credenti ma che fa riferimento a tutta una serie di valori e di dettati morali fondanti sia per l’individuo
sia per la società.
L’alternativa alla religione, intesa in questo senso lato, si prefigura quindi come una assenza completa di valori,
legata alla contingenza ed alla individualità, in netta contrapposizione con una visione globale della specie umana
all’interno della sua storia e del suo processo evolutivo.
La conoscenza di noi stessi e della nostra storia passata costituisce quindi l’elemento fondamentale su cui
basare la nostra etica ed i nostri comportamenti per non vanificare il cammino percorso dall’umanità e
compromettere il futuro delle prossime generazioni.
Leonardo Angeloni