Microscopio a forma di vaso , si ritiene che un microscopio analogo fu usato da Marcello Malpighi per i suoi studi di embriologia ed istologia.e' molto silmile per forma e funzionalità a quello costruito nello stesso periodo da Campani, il microscopio utilizza una vite per la messa a fuoco ed è appoggiato su un treppiede.La sua dimensione varia tra dodici e venticinque cm, molto più corto dei microscopi di tipo inglese che ragiungevani i 60 cm. |
Dei microscopi semplici e composti costruiti dal Divini dei perfezionamenti da lui apportati se ne occuparono già gli studiosi suoi contemporanei altamente elogiandolo. Avendo egli, tra l'altro, intuito che l'oggetto da osservare doveva essere fortemente illuminato, aveva fornito il microscopio di uno specchietto riflettente; nel 1688 "seguendo una proposta di Descartes, riuscì... a unire solidamente più lenti in un unico sistema e precisamente accoppiò dal lato della convessità due lenti piano-convesse. Questo dispositivo aveva il doppio vantaggio di ridurre, dapprima almeno per l'oculare, l'aberrazione sferica e d'aumentare la luminosità del campo visivo. Il microscopio del Divini permetteva 41-143 ingrandimenti..." [10]. I perfezionamenti apportati al microscopio dal Divini sono menzionati negli Atti filosofici della Regia Società di Londra da Enrico Oldemburg [11]. Egli era riuscito a lavorare le lenti con estrema abilità dotandone con ottimi risultati, dei microscopi lunghi un braccio " ..uno dei quali - riferisce Carlo Antonio Manzini - ne ho visto fatto in Roma dal famoso Eustachio Divini, i di cui vetri pajono lavorati da mano più che umana..." [12].
Dettato dalla stima e dall'amicizia è, senz'altro, l'elogio che gli rivolge Onorato Fabri, il gesuita francese di cui si parlerà in seguito per il suo sodalizio scientifico con il nostro Eustachio, con l'affermare "doversi ritenere il Divini l'inventore di esso" [13]; giova infine citare Emanuele Maignan, teologo e matematico, che a proposito dei microscopi del Divini dichiara che l'arte del costruire tali strumenti "...nata in Belgio, nutrita a Firenze da Galileo e a Napoli da Fontana, di nuovo coltivata a Firenze da Torricelli, ora con maggior successo e perfezionati a Roma dalla mano, se è lecito dirlo, divina di Eustachio Divini" [14].
Sul piano della loro utilizzazione va ricordato che il famoso scienziato Marcello Malpighi (1628-94) si servì di un telescopio diviniano per le sue osservazioni sulla circolazione del sangue nel 1661 confermando le teorie di William Harvey.